Per fronteggiare l’emergenza coronavirus la Regione Lazio ha messo a bando 2 Ml per smart working
La Regione Lazio ha messo a bando 2 milioni di euro per incentivare lo smart working, modalità di lavoro compatibile con le direttive del DPCM 9/03 per contenere la diffusione delle infezioni da coronavirus.
Questa misura consentirebbe ad alcuni tipi di impresa di continuare ad operare in sicurezza, riducendo l’impatto economico delle misure disposte dal governo.
Cos’è lo Smart Working?
Lo smart working non è semplicemente un “lavorare da casa”. Essendo una modalità che sempre più sta prendendo piede nelle PMI italiane e non, grazie soprattutto agli effetti “benefici” sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, si è resa necessaria la definizione di un quadro normativo per la regolamentazione di diritti/doveri di aziende e lavoratori.
I principi che animano lo smart working sono quelli della flessibilità e della personalizzazione svincolati da limiti temporali o spaziali, organizzando il lavoro per obiettivi piuttosto per prestazione oraria.
Il cosiddetto “telelavoro” è solo una delle modalità con cui questo nuovo paradigma lavorativo viene impiegato. È però proprio questa caratteristica, a renderlo necessario in un contesto di emergenza epidemiologica, assicurando il flusso di lavoro in condizioni di isolamento personale, e quindi limitando a zero i contatti e gli spostamenti di migliaia di persone.
In questo senso, lo smart working a “distanza”, poggia le sue fondamenta su alcune tecnologie digitali e su best practices consolidate a livello organizzativo.
Chi può accedere al contributo?
Possono fare domanda le imprese iscritte nelle Camere di Commercio di competenza, oppure soggetti in possesso di partita IVA non iscritti in Camera di Commercio che soddisfino i seguenti requisiti:
- Sede operativa nel Lazio
- Avere almeno 2 dipendenti
- Non essere già in possesso di un piano di smart working
- Risultare in regola rispetto alla verifica contributiva
- Risultare ottemperante o non assoggettabile agli obblighi di assunzione ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68
- Non rientrare nei campi di esclusione (pesca, acquacultura e produzione agricola primaria)
- Non essere in stato di fallimento, di procedura concorsuale, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o situazioni equivalenti secondo la normativa.
Quali sono le spese ammissibili?
Gli interventi ammessi si dividono in due categorie:
- AZIONE A: servizi di consulenza e formazione per la formulazione e regolamentazione di un piano di smart working aziendale
- AZIONE B: acuisto di strumenti tecnologici funzionali allo smart working
L’attività di formazione può essere svolta dagli stessi soggetti proponenti, o da un Organismo accreditato in ATI/ATS con i soggetti proponenti.
Esistono delle limitazioni nel numero di ore di formazione ammesse al contributo, variabili in base al numero dei dipendenti.
Per quanto riguarda l’AZIONE B, ovvero l’acquisto di strumenti tecnologici, sarà possibile ammettere tra le spese:
- Hardware
- Notebook
- Smartphone
- Accessori
- Software specifico per lo smart working
Destinatari
Potranno beneficiare degli interventi i dipendenti con contratto a tempo indeterminato o determinato, con contratto di apprendistato, o i soci-lavoratori di cooperative.
Sono esclusi: tirocinanti, collaboratori d’impresa, lavoratori con contratto di somministrazione o con contratto di lavoro intermittente, i titolari d’impresa e i componenti dei CDA.
Il contributo
Il contributo per le singole imprese è diviso nelle due AZIONI secondo la seguente tabella:
Numero di dipendenti | Importo totale | Di cui per AZIONE A | Di cui per AZIONE B |
Da 2 a 10 dipendenti | € 7.500,00 | € 5.000,00 | € 2.500,00 |
Da 11 a 20 dipendenti | € 10.500,00 | € 7.000,00 | € 3.500,00 |
Da 21 a 30 dipendenti | € 15.000,00 | € 10.000,00 | € 5.000,00 |
Oltre i 30 dipendenti | € 22.500,00 | € 15.000,00 | € 7.500,00 |
Le azioni dovranno essere realizzate entro 9 mesi dalla data di comunicazione di avvio attività.
Come e quando fare domanda
Le domande potranno essere presentate dalle ore 9:30 del 12 marzo 2020 fino ad esaurimento risorse, con la modalità “on demand” ed assegnazione in base al punteggio raggiunto.
L’avviso pubblico del bando al seguente link
La documentazione da caricare nel formulario è:
- domanda di ammissione a finanziamento, prodotta dal sistema come da allegato A 01, da stampare, firmare e allegare;
- dichiarazioni redatte sui modelli Allegato A 02a e 02b, prodotte dal sistema, da stampare, firmare e allegare (nel caso di ATI/ATS il modello Allegato A 02b deve essere compilato da tutti i componenti mandanti dell’associazione);
- dichiarazione aiuti “de minimis”, come da Allegato A 03, da stampare, firmare e allegare (e relativi allegati I e II);
- atto di costituzione dell’ATS o ATI, laddove già costituita, nel caso di soggetto associato ovvero dichiarazione di intenti di tutti i soggetti che si presentano in forma associata nel caso di soggetto associato, in sostituzione dell’atto di costituzione, qualora questa non sia stata ancora formalizzata. La dichiarazione di intenti deve essere sottoscritta da tutti i rappresentanti legali dei soggetti coinvolti (Allegato A 04).
- atto unilaterale di impegno, come da modello Allegato B, prodotto dal sistema, da stampare, firmare e allegare;
- formulario di presentazione della Proposta da compilare on line (un esempio dei dati richiesti è riportato nell’allegato C);
- scheda finanziaria di progetto, da compilare on line (esempio nell’Allegato D);
- documento di identità del legale rappresentante, o del suo delegato, del soggetto proponente o, in caso di ATS o ATI di tutti i rappresentanti legali o loro delegati dei soggetti costituendi l’associazione;
- eventuali deleghe dei rappresentanti legali dei soggetti proponenti o degli altri soggetti facenti parte dell’ATI o ATS;
EMVAS continua a fornire la propria consulenza proprio con gli strumenti dello smart working, quindi non esitare a contattarci se hai bisogno di aiuto nella presentazione del tuo progetto.
Oltre il Coronavirus
Lo smart working, strumento necessario in questo difficile periodo per le PMI, può essere letto anche in chiave di investimento futuro.
Numerosi studi sull’argomento dimostrano infatti un incremento della produttività dei lavoratori in smart working, uno dei quali, dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, quantifica questo dato in un incremento del 15% per lavoratore.
Questo incentivo regionale potrà quindi essere utile a studiare e pianificare la propria politica di smart working e testarne l’efficacia in vista di una più ampia adozione di queste “intelligenti” modalità di lavoro.