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False Pec infette dell’Agenzia delle Entrate

False Pec infette dell’Agenzia delle EntrateNegli ultimi giorni sono state segnalate false pec dell’Agenzia delle Entrate. I destinatari sono sia privati che professionisti e gli indirizzi Pec risultano in effetti validi, ma non sono legati in alcun modo all’Agenzia.

I messaggi hanno un oggetto che assomiglia a un numero di protocollo utilizzato per le classiche comunicazioni dell’Agenzia (COMUNICAZIONE XXXXXXXXXX [ENTRATE|AGEDCXXX|REGISTRO) e includono in allegato un file in formato zip che contiene a sua volta un documento pdf non valido e un file vbs. Quest’ultimo, se lanciato, scarica sul computer un software dannoso per ottenere il controllo del computer.

All’ignaro utente arriva una email con mittente “Agenzia Entrate” o “AGENZIA ENTRATE GOV” e oggetto “Acconti” o “F24 Acconti”, all’interno un collegamento che sembrerebbe fare riferimento ad un acconto F24 per il 2018. Il cittadino, spaventato da chissà quale comunicazione, potrebbe aprire il link ma le conseguenze sono dannose. Nel collegamento che si trova all’interno dell’email c’è appunto un virus che quasi sicuramente infetterà il PC, un malware per sottrarre dati. L’Agenzia delle Entrate ha quindi comunicato a tutti i cittadini di fare molta attenzione alla posta elettronica di questi giorni e di diffidare di tutte le email che arrivano da indirizzi collegati all’Agenzia. Oltre ad eliminare subito la posta è fondamentale non aprire il link e no scaricare nessun allegato. Ovviamente vale la regola di non condividere l’email.

Il principale pericolo, di fatto, è il file vbs contenuto nella mail. Questo, se aperto, scarica sul computer una sorta di virus, installando sul pc un software dannoso che prende il controllo del sistema (arrivando ad avere l’accesso a dati e credenziali che, se in mano a dei criminali informatici, potrebbero arrecare non pochi danni alle vittime di questi raggiri).

Le email in questione sono state segnalate all’Agenzia delle Entrate che, come si legge nel comunicato ufficiale, si è detta “assolutamente estranea a tali comunicazioni“. L’Ente, inoltre, ha raccomandato a tutti i cittadini di stare particolarmente attenti e di segnalare, in caso di potenziale pericolo, le possibili truffe alle autorità competenti.

Il modo migliore per evitare di trovarsi nei guai, comunque, rimane quello di non aprire direttamente le mail sospette, cestinarle ed evitare – ovviamente – di scaricare qualsiasi tipo di file, documenti o allegati contenuti al loro interno.

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Limite contanti – Caso del giorno n.1/2019

LIMITE CONTANTI

Dal 1° settembre 2019 sono stati intrapresi i nuovi controlli, da parte della Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate, attesi dalla normativa antiriciclaggio e dal piano di lotta all’evasione fiscale. Le verifiche da parte del Fisco si avvieranno per ogni movimentazione di denaro contante di importo pari o superiore a 10.000 euro eseguita nel corso del mese solare, anche se realizzata attraverso più operazioni singolarmente pari o superiori a 1.000 euro (il limite contanti ricordiamo essere di euro 2.999,99).

NOTA BENE

Le banche, Poste Italiane spa, gli istituti di moneta elettronica e gli istituti di credito dovranno inviare, con cadenza mensile, una comunicazione all’UIF in caso di superamento del predetto limite mensile di 10.000, anche se riguardanti singole operazioni di importo pari o superiore a 1.000 euro. Saranno sottoposti a controlli e verifiche non solo i clienti ritenuti sospetti, ma anche tutti quei soggetti che effettueranno operazioni occasionali, difficilmente riconducibili a rapporti continuativi in essere, nonché le operazioni eseguite dallo stesso soggetto in qualità di cliente o di esecutore (in quanto le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate al cliente in nome e per conto del soggetto per il quale ha operato).
La segnalazione riguarda i singoli movimenti mensili di importo pari o superiore a 10.000 euro.

ATTENZIONE!

Non si tratta dei soli prelievi, ma la comunicazione riguarda qualsiasi movimento in contanti, e quindi anche i versamenti.
OSSERVA – Il fine ultimo dei controlli sul contante non è solo quello di recepire la normativa antiriciclaggio, ma, soprattutto, quello di prevenire l’evasione fiscale, intensificando così i controlli della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate.

OSSERVA

Il fine ultimo dei controlli sul contante non è solo quello di recepire la normativa antiriciclaggio, ma, soprattutto, quello di prevenire l’evasione fiscale, intensificando così i controlli della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. Questo perché l’uso di importi elevati di contanti fa presumere che le somme utilizzate o ricevute siano relative ad attività illecite, tra cui il lavoro nero e irregolare.

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